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Assegno Unico Universale, primo approfondimento


Dell’assegno unico figli se ne discute ormai da almeno dieci anni e al momento sembra si sia effettivamente vicini all’approvazione definitiva della norma, difatti rammentiamo che la legge di bilancio 2021 ha già stanziato i fondi necessari per l'attuazione.


La novità non è di poco conto, perché assorbe diverse detrazioni e diversi altri “aiuti” alle famiglie con i figli e inoltre allarga la platea dei percettori includendo categorie ad oggi escluse dalle norme vigenti che possiamo identificare nei lavoratori autonomi e in tutte le fasce assimilate al lavoro subordinato che hanno un reddito molto basso e che per effetto delle disposizioni non possono fruire in tutto o in parte degli aiuti.

In sintesi con l’entrata in vigore della disposizione, che dovrebbe decorrere dal prossimo primo Luglio, assorbe sicuramente i seguenti aiuti riconosciuti sia dall’Inps che dalle detrazioni fiscali:


· Assegni per nucleo famigliare;

· Detrazioni per figli a carico

· Detrazioni per famigli numerose

· Assegno per il terzo figlio

· Assegno di natalità

· Premio alla nascita

· Fondo di sostegno alla natalità


L'assegno di natalità e il bonus nido sono comunque ancora confermati per il 2021.

L'assegno unico e universale sarà finanziato in parte con le risorse attualmente assorbite dalle detrazioni IRPEF per i figli a carico e con il graduale superamento dei bonus in vigore, ed inoltre con ulteriori 10 miliardi che potrebbero arrivare dai risparmi in settori come la sanità o essere finanziati dal Recovery Fund.

Su tale punto al momento ci sono valutazioni contrastanti sulla sostenibilità del nuovo istituto, difatti alcuni studi effettuati rilevano alcune criticità sia per l’insufficiente stanziamento previsto che sulla possibilità che i contribuenti cosiddetti di fascia media possano percepire una somma che in alcuni casi risulterebbe inferiore alla somma degli aiuti in vigore ad oggi.


- Caratteristiche dell'Assegno Unico sulla base del progetto di legge:


L'assegno è universale verrà riconosciuto a tutte le famiglie con figli con le condizioni sotto riportate:

una quota base di base minima e una quota variabile modulata sulla condizione economica del nucleo familiare, sulla base dell’ISEE.

L' importo previsto ad oggi va da un minimo di 40 euro mensili in quota fissa a 200 euro per chi è sotto la quota ISEE di 13mila euro di reddito, per i figli da 0 a 18 anni, aumentati del 20% per i figli successivi al primo. Gli importi si dimezzano per i figli ancora a carico dai 18 ai 21 anni.

L’assegno sarà riconosciuto fino a 21 anni, se il figlio sarà ancora a carico e non influisce sul calcolo delle prestazioni sociali agevolate, e dei trattamenti assistenziali.

L'assegno è riconosciuto in misura piena per ciascun figlio a carico ed è corrisposto dal settimo mese di gravidanza fino al compimento del diciottesimo anno di età, è inoltre maggiorato per i figli successivi al secondo.

Dai diciotto ai ventuno anni, sempre per i figli a carico, l'assegno sarà corrisposto con importo inferiore a quello riconosciuto per i minorenni, ma solo in presenza di determinate condizioni (percorsi di formazione scolastica, universitaria o professionale, tirocini o percorsi lavorativi a basso reddito, disoccupazione, servizio civile universale). È inoltre considerata la possibilità di corresponsione dell'importo direttamente al figlio maggiorenne, per favorirne l'autonomia.

Per quanto riguarda i figli con disabilità, l'assegno viene maggiorato in misura non inferiore al 30 per cento e non superiore al 50 per cento, con maggiorazione graduata secondo le classificazioni di condizione di disabilità. L'assegno rivolto ai figli disabili a carico viene corrisposto, senza maggiorazione, anche dopo il compimento del ventunesimo anno di età.

L’assegno sarà concesso nella forma di credito d’imposta oppure come erogazione mensile di una somma in denaro, in ogni caso sarà compatibile con la fruizione di eventuali altre misure in denaro a favore dei figli a carico erogate dalle regioni.

Secondo una simulazione effettuata dal Gruppo di lavoro Arel/Feg/Alleanza per l’infanzia l’assegno unico universale per i figli rischierebbe un taglio dell’importo rispetto ai 250 euro annunciati e alcune famiglie potrebbero ottenere una somma più bassa.

Secondo alcune simulazioni l’80% delle famiglie italiane percepirebbe 161 euro al mese per ogni figlio minore e 97 euro per ogni figlio under 21, tale valutazione è legata alla considerazione secondo cui 8 famiglie su 10 hanno un’Isee sotto i 30 mila euro.

L’importo dell’assegno diminuisce se si alza l’Isee: per un Isee sopra i 52mila euro, il contributo scende a 67 euro mensili per i figli minori e a 40 euro per i figli maggiorenni ma di età inferiore ai 21 anni.

Sulla base dello studio, la formulazione attuale favorisce autonomi e incapienti, categorie oggi escluse dagli assegni famigliari, viceversa risulterebbero sfavoriti i lavoratori dipendenti con una perdita stimata per oltre un milione di famiglie in media di 381 euro all’anno, in ogni caso da diverse fonti di informazione giungono rassicurazioni per limare le eventuali disparità.


In ultimo, il passaggio al sistema dell’assegno unico universale, avvicina il nostro paese al resto dei maggiori paesi europei che applicano tali sistemi di sostegno ormai da diversi anni.


Chiaramente vista la “portata” della disposizione che mai come in questo caso si può definire una vera e propria riforma, torneremo sicuramente sull’argomento all’approssimarsi dell’entrata in vigore.


 

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