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Sgravio assunzioni a tempo indeterminato 2024




Torniamo sulla “nuova” agevolazione che riconosce ai datori di lavoro un beneficio economico per le assunzioni a tempo indeterminato effettuate nell’anno corrente, difatti il collegato fiscale alla manovra di bilancio 2024 ha introdotto la maxi deduzione del 120%.

Inoltre, dalla fine dello scorso anno non è più utilizzabile l’esonero contributivo per le assunzioni a tempo indeterminato dei lavoratori under 36 che non sono mai stati stabilmente occupati, rammentiamo brevemente che tale disposizione permetteva l’esonero contributivo del 100% degli oneri previdenziali a carico del datore di lavoro nei limiti di 8.000 euro annui, previsto per massimo 36 mesi (48 nel Sud).

Rimane, invece, in vigore la misura strutturale che riconosce per 36 mesi un esonero del 50% della contribuzione a carico del datore di lavoro, nel limite massimo annuo di euro 3.000, per trasformazioni e assunzioni a tempo indeterminato di giovani con meno di 30 anni mai occupati in modo stabile.


La nuova misura agevolativa è contenuta nell’articolo 4 del decreto legislativo n. 216/2023 e consiste nel riconoscimento di una  deduzione del 20%,  in aggiunta a quella già normalmente applicata, solamente per l’anno corrente.

Rammentiamo, difatti, che la deduzione del 100% del costo del lavoro dal reddito Irpef o Ires è applicata per la generalità dei lavoratori indipendentemente dalla disposizione appena emanata, infatti pur essendo stata pubblicizzata come una deduzione del 120%, è necessario per i non addetti ai lavori, chiarire tale aspetto per evitare dei malintesi interpretativi.

Pertanto si definisce l’agevolazione come un extra deduzione del 20% e richiede, come condizione preliminare, l’incremento del numero dei lavoratori a tempo indeterminato al 31 dicembre 2024 rispetto al valore medio del 2023, determinato al netto delle diminuzioni occupazionali nelle società controllate/collegate o in quelle facenti capo allo stesso soggetto che assume.

Si è ancora in attesa del decreto ministeriale e delle ulteriori istruzioni amministrative, in ogni caso secondo il tenore letterale della norma l’incremento occupazionale dovrà essere verificato alla fine dell’anno corrente come dato complessivo e non in ogni singolo mese, come invece generalmente previsto per le agevolazioni subordinate all’incremento occupazionale netto di fonte comunitaria.


Senza meno la misura della deduzione del 20% è stata “pensata” con l’obiettivo di incrementare l’occupazione stabile nel 2024 rispetto a quella media del 2023, ma come già accennavamo su una precedente nota, i tempi del beneficio si allungano oltre modo arrivando anche a dover aspettare fino a diciotto mesi per “incassare” il premio di assunzione, ribadiamo che il beneficio non è contributivo ma fiscale.

Inoltre, le aziende prive di almeno 365 giorni di attività nel 2023 potrebbero non avere i requisiti per l’agevolazione.


È bene sottolineare che la nuova agevolazione sembra nei termini dell’applicazione molto farraginosa e che l’impianto normativo sia complesso nonché rischioso in fase di accertamento tanto da disincentivare il datore di lavoro all’utilizzo dell’agevolazione, in ogni caso si auspica che il decreto attuativo e le eventuali istruzioni dell’amministrazione finanziaria semplifichino al massimo le modalità di calcolo.

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