Valore convenzionale autovettura in uso promiscuo
Negli ultimi giorni abbiamo ricevuto diverse richieste di chiarimento sul valore del benefit per l’auto concessa dalle aziende in uso promiscuo ai lavoratori e sull’impatto che potrebbe aver luogo se il legislatore dovesse aumentare i parametri riferimento per calcolare l’entità del bene concesso.
Difatti fiscalmente si definisce reddito da lavoro dipendente quello costituito dal tutte quelle somme e valori in genere corrisposti e a qualunque titolo percepiti dal lavoratore, anche come beni in natura, nel periodo d’imposta (art. 51, c. 1 Tuir).
Si realizza, pertanto, il fringe benefit quando un azienda concede al lavoratore un auto che lo stesso può utilizzare per motivi sia personali che aziendali.
In questo caso, contributi e imposte fiscali vengono calcolati sulla base di un valore convenzionale, utilizzando le tabelle ACI che devono essere prese come riferimento anche per calcolare il rimborso chilometrico.
Nello specifico, bisogna:
ricavare dalle tabelle ACI il costo chilometrico riferito al tipo di autovettura (modello, cilindrata, alimentazione);
Moltiplicare il valore del costo chilometrico per una percorrenza convenzionale di 15.000 chilometri;
sul valore ottenuto si calcola il 30%, che corrisponde al valore del benefit su cui verranno calcolati contributi e tasse.
l’importo annuale determinato con i dati dei punti precedenti deve essere poi attribuito su base mensile dividendo il valore per dodici o per 365 e attribuire il valore per i giorni di calendario.
Si ottiene così il "valore convenzionale auto", che è una voce di paga neutra che non ha nessun effetto sul netto ma viene inserita per aumentare l'imponibile contributivo e fiscale. Su di essa, infatti, dipendente ed azienda pagano i contributi e le ritenute fiscali solo per i mesi di effettivo uso promiscuo del veicolo.
Esempio pratico
SITUAZIONE ATTUALE
AUTO : FIAT TIPO 1.6 MTJ 120CV
ALIMENTAZIONE : GASOLIO
VALORE CONV ANNUO . 1.961,62
VALORE CONV MESE . 163,46
Supponendo un aliquota previdenziale del 9,49% e una aliquota fiscale media comprensiva delle addizionali regionali e comunali del 31% in capo al lavoratore;
il costo del benefit ammonta a 15,51 euro di previdenza e 42,90 euro di imposte – totale c/dipendente 58,41 euro;
il datore di lavoro per propria quota versa 45,76 euro di contributo previdenziale.
Se le disposizioni legislative dovessero aumentare la base di calcolo dell’auto concessa in uso promiscuo passando dall’attuale 30% al 60% o altra base di calcolo è facilmente ricavabile l’impatto in base proporzionale.
In ogni caso con un aumento del 30% il costo si raddoppierebbe passando da 58,41 euro a 116,82 euro per il lavoratore e da 45,76 euro a 91,52 euro per l’azienda per mese di concessione del bene.
Al momento, vista “volatilità” e le diverse notizie di stampa che sull’argomento sono le più disparate attendiamo la disposizione legislativa definitiva sulla quale effettuare i calcoli reali.