Ritardi sulle indennità di cassa integrazione
Relativamente agli ammortizzatori sociali attivati per far fronte all’emergenza Covid 19 dobbiamo, nostro malgrado, fare alcune valutazioni e dare una informazione alle aziende e ai lavoratori interessati da tale istituto.
Anche senza essere degli esperti in materia ma sentendo le notizie del momento su diverse fonti di informazione è facile valutare che i tempi di erogazione delle somme a titolo di cassa integrazione saranno disponibili ben oltre il previsto mese di aprile.
Pur comprendendo la difficoltà e l’eccezionalità del fatto in quanto tale, riteniamo che il metodo messo in atto sia veramente troppo frammentato tra i diversi ammortizzatori sociali.
Difatti ogni azienda industriale, commerciale, artigiana, a loro volta distinguibile per numero di addetti, deve attivare una procedura tra CIGO, FIS, CIG IN DEROGA, CIGO FSBA, non facilitando assolutamente la gestione dei dati, basti pensare che ogni tipo di iter deve fare riferimento ad una piattaforma informatica differente.
Inoltre, la fase più importante è l’autorizzazione che deve essere rilasciata dall’INPS per permettere la definizione della procedura, su tale adempimento le aziende sono assolutamente da considerarsi un soggetto passivo, difatti non esiste un termine preciso di rilascio dell’autorizzazione.
Chiaramente nel caso il datore di lavoro si faccia carico di anticipare la cassa integrazione per poi effettuare il recupero “con comodo” nei prossimi mesi i lavoratori non subiranno differimenti di alcun genere.
Bisogna considerare che non tutte le aziende hanno la liquidità per far fronte all’anticipo, ed inoltre, per le aziende di piccole dimensioni che attingono alla cassa integrazione in deroga, gestita dalle regioni con procedure differenti, anche volendo non è possibile l’anticipo al lavoratore.
Per quel che riguarda la Cig in deroga, ad oggi, non tutte le regioni hanno pubblicato il decreto di recepimento delle misure previste dal decreto Cura Italia, e per quelle che invece si sono mosse in tempo c’è il problema della frastagliata procedura per l’invio della domanda di accesso e dei continui intoppi e blocchi nell’invio delle pratiche.
L’attuale situazione non si risolverà con l’anticipazione delle banche anche perché ad ora poche hanno aderito alla convenzione, in pratica molti lavoratori non incasseranno “un euro” nella migliore delle ipotesi almeno fino al mese di maggio.
Nel nostro piccolo abbiamo presentato diverse decine di domande tutte regolarmente acquisite dall’Inps che giacciono nell’attesa della definizione da parte dell’Istituto, e dove necessario delle regioni competenti, sentendo alcuni colleghi è comune la preoccupazione per districarsi in un labirinto di norme.
Da più parti si sono sollevate sollecitazioni sia all’Inps che al governo per porre immediatamente rimedio a questa situazione che potenzialmente potrebbe scatenare una drammatica emergenza economica e sociale.
Dispiace valutare che in Europa lavoratori e aziende hanno già ricevuto gli aiuti direttamente sul c/c senza burocrazia.
In ultimo, sia i produttori di sistemi paghe che noi stessi non riusciamo sempre ad interpretare correttamente e nei tempi la quantità di norme che ormai con cadenza giornaliera vengono diffuse tra decreti Legge, comunicati Inps, comunicati dell’ AdE, comunicati Ministeriali e quant’atro.
Basta l’esempio del bonus dei 100 euro da riconoscere ai lavoratori che hanno prestato l’attività in azienda nel mese di marzo scorso, una norma che poteva, doveva e sembrava semplice ma che viceversa è stata oggetto di diverse interpretazioni anche in contrasto tra loro.
Si potrebbe ben proseguire, ma riteniamo che il senso dei fatti sia abbastanza chiaro…….!!!
In ogni caso facciamo un esempio di richiesta di cassa integrazione seguendo l’iter passo passo.
In data 18.03.2020 il datore di lavoro trasmette telematicamente ai sindacati l’informativa relativa all’attivazione della Cassa Integrazione/Assegno Ordinario e si rende disponibile all’esame congiunto. Questa fase deve esaurirsi entro il 21.03.2020.
2. Il datore di lavoro, direttamente o per il tramite un intermediario trasmette all’Inps la domanda di accesso alla prestazione “COVID-19 NAZIONALE” e chiede il pagamento diretto da parte dell’Istituto, la Circolare Inps n. 47/2020 ha chiarito che alla domanda non deve essere allegato l’esito della consultazione. Quindi, nel nostro esempio, la domanda si assume inviata il 23.03.2020
3. L’Inps riceve la domanda presentata dall’Azienda, la protocolla e la istruisce, emettendo l’autorizzazione al pagamento diretto, per tale adempimento non esiste una tempistica definita. Bisogna considerare che al momento sono state autorizzate poche domande, difatti da più parti sono stati sollevati dubbi sul sistema di autorizzazione, sicuramente una porzione minima di domande rispetto alla mole di quelle presentate in questo periodo.
4. Il datore di lavoro attende l’esito della domanda trasmessa, consultando la voce “Esiti” della sezione del sito Inps dedicata all’invio delle domande di CIG/Assegno Ordinario, ribadiamo che i tempi non dipendono dal datore di lavoro e dall’intermediario delegato.
5. Non appena approvata la domanda e ottenuta l’ammissione al trattamento di CIG/Assegno Ordinario, il datore di lavoro, o l’intermediario predispone i modelli SR41, da trasmettersi telematicamente all’Inps, solo successivamente all’invio di tali modelli l’istituto può iniziare le pratiche di pagamento,
6. Quando l’Inps riceve i modelli SR41 contenenti i dati anagrafici dei dipendenti, l’IBAN del conto corrente su cui accreditare le somme e le ore di sospensione/riduzione, procede ad emettere i mandati di pagamento tramite bonifico, per tale adempimento non è prevista una tempistica di legge, difatti tempi di pagamento dipendono dal numero delle domande presentate, dai tempi di emissione dei mandati e da quelli di esecuzione dei bonifici. Visto il numero ingente di domande e di lavoratori interessati, si stimano non meno di 60 giorni nella migliore delle ipotesi.